“Un buon posto in cui fermarsi” – Matteo Bussola, ed. Einaudi

È difficile riuscire a trasmettere tutte le emozioni che prova un uomo. Soprattutto se chi legge è una donna, ma non solo.

Matteo Bussola, con la sua innata delicatezza, ha saputo scavare nel profondo dell’animo maschile, in un romanzo fatto di storie diverse e di intrecci che arrivano dritto al cuore.

Una sorta di continuum con il suo “Il rosmarino non capisce l’inverno”, dove il punto di vista era totalmente femminile. Bussola affronta le storie di vita di 15 uomini diversi con un’empatia e un senso dell’umano che ben si discosta dai classici stereotipi del maschio alfa.

Fragilità e forza diventano dunque i due lati di una stessa medaglia, nella psiche di ogni protagonista, che nel suo racconto di vita si ritrova davanti a una sorta di epifania: è così che ci si rende conto che, alla fin fine, la cosa più importante è avere una piccola stanza da arredare con cura, un buon posto in cui fermarsi e imparare ad essere sé stessi. Anche davanti alle proprie debolezze.

Per tutti, soprattutto gli esseri umani sensibili. Da divorare.

Fiocchi: 5/5 🎀 🎀 🎀 🎀 🎀