“Fabbricante di lacrime” – Erin Doom

Ogni tanto anche Olga scrive recensioni negative, perché “quando ce vo’, ce vo'”. Soprattutto davanti a libri che vengono spacciati dalle case editrici come i grandi successi editoriali del secolo, solo perché hanno avuto share sul web. Ma partiamo dall’inizio.

Lei: la Bella Swan tarocca di una fanfiction scritta male. Definirei così la protagonista, strana amante degli insetti dal nome di farfalla, Nica. Un personaggio idealmente spettacolare, reso totalmente insipido e senza spessore.
Purtroppo, come spesso capita, ci deve pur essere un motivo se un libro nato su Wattpad e autopubblicato su Amazon piace a tutti… cioè, il più delle volte, quei “tutti” sono lettori di fanfiction scadenti. La riprova che qualità e numeri online sono agli antipodi. Ma gli editor che fine hanno fatto?
Si punta alle tipiche cose da adolescenti sognatori, quel tipo di cose che io conserverei nel mio diario segreto con un po’ di vergogna, perché non hanno praticamente nessun valore letterario. Amori impossibili esasperati, pochezza, sottomissione femminile (nel 2022! Sveglia!), scene banali e irreali, personaggi senza spessore e crescita.
Un libro pieno zeppo di banalità, frasi trite e ritrite e capitoli inutilmente allungati da scene inverosimili. Un piangisteo, insomma, se a tutto questo aggiungiamo il fatto che Rigel, protagonista maschile, diventa totalmente insopportabile dopo un paio di capitoli, perché alla fin fine sappiamo tutti come va a finire, ma tirarla così lunga per 600 pagine è un po’ esagerato anche per le storie d’amore più struggenti.
La storia non ingrana, non ingrana proprio, risultando noiosa e per nulla avvincente. L’ho dovuto mollare e riprendere in mano più volte, perché non riuscivo proprio ad andare avanti. Non lo trovo accattivante nemmeno per un adolescente.
Peccato. Davvero, peccato. L’intenzione era buona, in fin dei conti. Partire da una leggenda può essere un punto vincente… se la leggenda non si perde per strada, scomparendo nel nulla.
In Veneto si potrebbe definire uno “smissiotto”: un mix indefinito e incolore di cose messe a caso per autocelebrare la propria (bella) scrittura. Che terribile disdetta, sprecare una buona grammatica per un libro così.
Sarà per la prossima volta.

Fiocchi: 1/5 🎀