“Il cognome delle donne” – Aurora Tamigio, ed. Feltrinelli

Le donne posseggono solo il proprio nome: i

l cognome glielo regala sempre un uomo. Eppure, in questo romanzo, saranno proprio la caparbietà, il coraggio, la perseveranza delle donne di famiglia a permettere alla famiglia un futuro migliore. Si parte a inizio Novecento, in un piccolo villaggio della Sicilia più arroccata, con Rosa, che non si piega alle percosse del padre e dei fratelli, ma che trova la redenzione sposando un uomo buono.

Arriva poi Selma, figlia di Rosa, fragile e delicata, che commette l’errore di sposare Santi Maraviglia, uomo di poco spessore che, diventato capofamiglia, finisce per rendere la vita sempre più difficile a Rosa, a Selma e alle sue tre figlie Patrizia, Lavinia e Marinella. Eppure, saranno proprio le donne di casa a costruirsi, mattone dopo mattone, una vita migliore, grazie all’educazione e al duro lavoro, portando sempre con sé i preziosi insegnamenti di nonna Rosa, la “mamaranna”, che in tempo di guerra era stata in grado di mantenere tre figli tutta da sola.

“Il cognome delle donne” è un romanzo famigliare, certo, ma non un romanzo di sole donne: ci sono uomini buoni, dal cuore grande e dalle mani delicati, senza i quali un lieto fine non sarebbe possibile. E, certamente, anche uomini meschini e dall’immensa pochezza, dai quali è possibile scappare.

Certamente è uno di quei romanzi che si portano dentro, i cui personaggi continuano a parlarti, a insegnarti qualcosa di un passato non troppo lontano che spesso dimentichiamo. Si lascia divorare, nella sua accurata semplicità, permettendoci di ricordare e ringraziare tutte le Rosa e Selma che ci sono state prima di noi.
Bellissimo.